mercoledì 29 agosto 2012

Di Grillo e del grillismo


 
Vorrei dire qualcosa di equilibrato, di Grillo e del grillismo, con una importante annotazione a margine: io sto' dalla loro parte.
Non in maniera acritica o ideologica, ma assai pragmatica e calcolatrice; ma procediamo per ordine.
  
Al di sopra e oltre i problemi contingenti dello spread e dei fabbisogni di cassa, sono convinto che questo paese sia  "strutturalmente malato"; che vi sia cioe' una fitta rete di intrecci di forze colludenti che consente una sistematica elusione delle leggi dello stato, del mercato, della meritocrazia. Ne fanno parte sindacati, chiesa cattolica, giornalisti, corporazioni, grandi imprenditori, e , naturalmente, politici di ogni genere e grado. Questo ordine precostituito abbisogna di due elementi per crescere e prosperare: un'informazione pilotata, e una giustizia che non funziona. Grillo ha avuto il merito, e la forza, di raccontare questa verita' con i mezzi che ha  avuto a disposizione: i suoi spettacoli, il suo blog.
I media, checche' ne dicano, lo hanno oscurato finche' hanno potuto; fino a quando cioe', il loro silenzio e' diventato cosi' scandaloso da essere controproducente.
Ed allora, non potendolo piu' ignorare, hanno cercato di delegittimarlo, affibiandogli le etichette di "populista" , "giustizialista" , "qualunquista" , "paladino dell'antipolitica", tanto per citarne qualcuna. L'operazione e' fallita, soprafatta dall'esplosione della crisi, e dalle evidenti responsabilita' della classe dirigente tutta.
Tuttavia e' facilmente constatabile che all'interno del M5S vi siano componenti non avulse da queste accuse. E' da ritenersi come inevitabile pero' che  il giusto sentimento d'indignazione, non trovando cittadinanza alcuna da tempo immore, sia assunto facilmente ,nell'anonimato del web ,a espressioni poco felici o esecrabili. In questo senso Grillo ha una funzione sicuramente "democratica",quasi conservativa; tiene cioe' entro gli schemi, milioni di arrabbiati che, in potenza, potrebbero diventare extraparlamentari e violenti.
Alcune delle critiche che riguardano il movimento si basano sulla poca "democraticita' " delle scelte, e sul reale ruolo del "socio invisibile", la Casaleggio Associati. Quest'ultima ha sicuramente  un peso rilevante   nella comunicazione, nelle linee politiche e organizzative del M5S; il fatto che agisca nell'ombra e che  Grillo non ne circostanzi chiaramente l'importante ruolo rappresenta sicuramente una criticita' e un limite. Diverso il discorso sulla condivisione delle scelte; il programma e le sue linee generali sono oggetto di discussione continua sul blog e nel forum del movimento , aperto a tutti; all'interno di queste, e' lecito aspettarsi un "decisionismo" pragmatico, almeno finche' non siano operativi meccanismi condivisi di deliberazione.  Come  organizzare un movimento appena nato, che rifiuta ogni finanziamento pubblico,  riuscendo a dare rappresentivita' a tutti ?
Lo stesso Grillo , piu' volte, tenta di uscire dall'"infantilismo democratico" del nostro paese, cioe' dall'aspettativa che un uomo o un partito , da soli, possano "mettere le cose a posto". Ripetutamente ha parlato di "responsabilita' dei cittadini" nella gestione della cosa pubblica; ha incoraggiato i parmensi a non lasciare solo il sindaco, e a non pensare che la "cacciata" dei politici tradizionali significhi,   automaticamente, la soluzione di ogni problema. In buona sostanza, Grillo non rappresenta, di per se', la determinazione di nulla. E' la traccia di una strada alternativa percorribile; e', finalmente, un diverso modo di proppore i temi dell'energia,dei rifiuti, della gestione e l'amministrazione degli interessi collettivi.
 Paradossalmente, il giorno che il M5S raggiungesse la maggioranza, potrebbe sciogliersi, avendo esaurito il suo compito primario, quello di portare i cittadini dentro le istituzioni, attenti e partecipi delle decisioni prese e non piu' succubi.
Di fronte ai partiti tradizionali, che propongono i candidati in base alle clientele, alle logiche di segreteria, agli interessi settari, questa e' una visione non solo avanti anni luce; e' una visione migliore, che pone la qualita' della vita , e non la crescita del pil,al centro dell'attenzione . Grillo cerca di trasferire in Italia cio' che altrove viene ritenuto naturale; la collettivita' delle scelte, il rispetto delle regole.
 Le proposte che fa', in fondo, sono ispirate a quelle adottate nelle  socialdemocrazie scandinave compiute; non ai marziani, come qualcuno cerca di far passare.E' condivisibile che i pregiudicati debbano stare fuori dalle istituzioni? Che l'informazione televisiva debba essere gestita da piu' soggetti, indipendenti dal governo? Che la carta stampata non viva di finanziamenti statali? Che la militanza parlamentare debba avere un limite? Che gli esiti dei referendum siano rispettati? Nel merito, i partiti tradizionali non rispondono, ma si limitano a pontificare riguardo "derive populiste", e ad attaccare le modalita' del linguaggio di chi le propone. 
Io constatato che i post del blog sono molto "coloriti", satirici, irriverenti, ma non molto di piu'. I linguaggi violenti sono quelli di altri, che abbiamo spesso ascoltato senza censura alcuna: Ferrara , Sgarbi, Bossi , Belusconi , solo per citarne alcuni.Si contesta anche il sistematico rifiuto del contradditorio televisivo; peccato che questo sia quasi sempre ridotto a finta rissa, strillata, e con le bugie piu' abiette  tollerate con noncuranza dai moderatori che dovrebbero smascherarle.Vi partecipano professionisti della politica, abituati e usi al confronto dialettico come esercizio a se' stante. In buona sostanza, Grillo e' in buona fede, ed accettare un confronto con chi non lo e' sarebbe del tutto inutile. Bene fa' a sottrarsi a questo schifo mediatico.
In fondo al ragionamento, c'e' il fattore umano.
Ho molto chiaro il perche' Berlusconi o D'Alema non potranno mai rappresentare le mie aspirazioni; li ho visti in azione. Il loro becero consociativismo ,sempre negato ,e' alfine esploso per la necessita' di un alleanza reciprocamente conservativa, che si ostinano a negare. Di Grillo non riesco a vedere nulla, se non la sua buona fede, i suoi limiti,  il suo onesto desiderio di cambiamento. Vero' e' che la sua popolarita' e aumentata a dismisura; vero altrettanto che avrebbe guadagnato di' piu' asservendosi al sistema e facendo pubblicita' ai formaggini, senza correre alcun rischio.  Le sue stesse condivise regole , ne precludono l'accesso a qualsioviglia carica pubblica, essendo stato condannato per omicidio colposo, a seguito di incidente stradale. La mia non e' una fiducia in bianco, ne' a lui, ne' ai candidati del M5S; e' un apertura di credito, avulsa da ogni settarismo, e guidata dall'unica vera stella polare di ogni elettore: la ricerca di candidati che ne facciano gli interessi.

 
 
 
 
 
 

4 commenti:

  1. Conta poco, ma come simpatizzante del movimento 5 stelle mi riconosco completamente nello spirito di questo post, equilibrato e onesto.

    Anche io ho sempre pensato che lo scopo del movimento 5 stelle non sia proporre un ennesimo "deux ex machina", ma responsabilizzare i cittadini alla gestione diretta della vita politica. Un fallimento di questa, è un fallimento dell'impegno stesso del cittadino, quindi un fallimento nostro. Oggi è al massimo l'incapacità di una casta autoreferenziale, che rinnovando le promesse mai mantenute riesce a rimanere insella sfruttando un consenso artificioso e scarsamente critico.

    Se tutto questo venisse scardinato, concordo con l'autore dell'articolo, lo scopo del movimento 5 stelle cesserebbe di esistere.

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    1. Salve Paolo; il riconoscimento e la condivisione dello spirito del post fanno molto piacere.

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  2. Condivido il contenuto dell'articolo. Essendo cresciuto a poca distanza da dove abita Grillo, ne capisco la cultura "genovese". D'altra parte, essendo svizzero, ho fatto politica li' dove sono stato uno dei rifondatori del movimento ecologista in Ticino, fino ad essere Coordinatore cantonale fino al 2007, quando ho completamente smesso di fare politica, volendo lasciare spazio a nuove leve (dopo 20 anni di politica era ora).
    Grillo ha ridestato la voglia di fare politica. Ora vivo in Egitto dove ho vissuto in prima linea la rivoluzione. Vorrei ora portare questa "freschezza" in Italia, mummificata peggio di quelle che si vedono qui. Mio padre era italiano, per cui potrei, e grazie a Grillo c'e' ancora speranza per l'Italia e gli italiani!

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  3. Ha un senso ed una ragione. Sono mesi che ormai non scrivo più nulla sul blog, per via della stanchezza cronica che mi ha assalito dovuta alle mie vicende personali, ma questa che hai scritto mi sembra una sintesi apprezzabile del sentimento di riscatto che accomuna chi si vuole impegnare onestamente in politica. Perché anche se, come qualcuno ci ricorda, il Popolo, la gente, non è ancora pronto alla svolta verso la Democrazia Diretta, è pur sempre vero che da qualche parte si dovrà pur cominciare. Chi non riconosce questo è in malafede o è quella parte, enorme ancora, di persone che sono disilluse e fataliste, divenute troppo pigre per dedicare un po' di tempo ad un lavoro che porterebbe giovamento anche a loro stesse.
    È necessario questo lavoro politico, quello dell'M5S, non fosse altro che per aprire la via ad una più vasta consapevolezza del valore individuale dell'interesse politico, per far evolvere quello che ora è solo un abbozzo di Democrazia pieno di contraddizioni.
    C'è moltissimo lavoro da fare e non dobbiamo arrenderci; quello che più mi prosciuga è il tentativo di coinvolgere altre persone.

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