sabato 3 novembre 2012

Nuova, talentuosa, soubrette. A spese nostre

 
"Errare humanum est perseverare autem diabolicum", dicevano i latini. Eppure, nel bel mezzo della piu' ampia crisi di credibilità che la nostra classe politica ricordi, e' di ieri l'annuncio della "discesa in campo", per il Senato della Repubblica, della soubrette argentina Iliana Calabro. Sara' lei la prossima candidata per la circoscrizione America latina nelle liste del Pdl. La nota show girl subito si e' detta entusiasta: "Rappresenterò e darò voce gli italiani che vivono all'estero. I problemi degli emigrati li conosco; potrei rispondere alle loro richieste, farmi portatrice delle loro inquietudini". Peccato che non parli la nostra lingua, ma questo pare essere solo un dettaglio. A chi le chiedeva come sapra' conciliare il delicato incarico istituzionale con la sua lanciatissima carriera ha risposto: "Non dovrò trasferirmi in Italia, e neanche viaggiare in continuazione, perché dovrò recarmi in quel Paese solo quando sarà necessario il mio voto per qualcosa". Chiarissimo, pare. E se non avremo il piacere di vedere spesso la bella Iliana nelle aule di Palazzo Madama, potremo consolarci gustandocene i video on line. La nuova miss della politica del centrodestra, non fara' rimpiangere la Minetti in quanto a foto osé e si spera faccia meglio del suo mentore e predecessore, il senatore Esteban Caselli. Questi e' tutt'ora indagato dalla Procura di Roma per brogli elettorali, perpretati pare con la complicita' del consolato Italiano a Buenos aires. Al di la' delle accuse, tutte da provare, resta un fatto: di trovare un candidato famoso per la sua rettitudine, neanche a parlarne.

mercoledì 31 ottobre 2012

Vendola, un colpevole assolto

 
 
Ho un ricordo personale di Vendola. Lo vedevo spesso mangiare, da solo, in una trattoria in Via del Governo vecchio a Roma, a due passi dal Senato della Repubblica. L'orecchino bene in vista, e addosso una giacca di velluto che faceva molto comunista: all'epoca, mi ispirava molta simpatia. Era un onorevole che riuscivo a guardare, a un metro da me, senza provare disprezzo.
Ieri e' stato prosciolto dal tribunale dalle accuse ascrittogli; cio' nondimeno, e' colpevole. 
 La sua "ode" all'onesta' e alla moralita' che dice di inseguire da tutta la vita, stride con le dichiarazioni, con i comportamenti, le inclinazioni,  di questi anni in cui e' giunto al potere.
Il suo lungo sodalizio con Don Luigi Verze', lo caratterizza come amministratore; poteva non capire, non sapere, non intuire i disegni del suo compagno di merende?
C'e' poi la faccenda dell'Ilva; come puo' un Presidente di regione accettare passivamente, mentre i tumori crescono in maniera esponenziale, le palesi prepotenze di un industria cieca e sorda alle ragione del buon senso e della salute, appartenente a pregiudicati ? E il referendum sull'acqua pubblica? Pronto a gioire, ma allo stesso tempo il primo a progettarne la privatizzazione.
 Non ultima, la questione intrinseca al processo. In discussione non era il suo intervento di riapertura del bando per favorire la nomina di un primario, ma se il fatto costituisse reato; cosi' si era giustificato: "Sono accusato di aver favorito una persona che io non conoscevo, che è un elettore di destra, attivo ai banchetti di Fitto, come ammette anche chi mi accusa. Quindi, anche nel caso fossi condannato, cosa avrei mai fatto?".
 

Vendola e' stato ritenuto innocente, e non ho motivo di dubitare della sentenza, ma la sua difesa testimonia quanto ormai sia dentro "al palazzo". Nelle sue parole non c'e senso dello stato, ne' rispetto per i tribunali; e' lampante invece la berlusconiana convinzione che, se si agisce in buona fede, e' cosa naturale trasgredire le regole comuni, la giustizia, i diritti degli altri. Lo sostiene convintamente, apertamente, in buona fede; questo e' l'effetto dell'assuefazione alla politica nelle persone, magari anche le migliori. E' colpevole di non aver resistito ai richiami della casta, o forse, e' soltanto rimasto esposto troppo  a lungo.