venerdì 9 novembre 2012

La nuova legge elettorale truffa






Alcide De Gaspari e' ricordato in tutti i libri di storia come tra i piu' grandi statisti che l'Italia abbia mai conosciuto; visti gli attuali successori, la sua collocazione non appare cosi' tanto peregrina. Ma la memoria storica spesso omette le parti oscure, meno nobili, dell'operato degli uomini. Cosi e' per la famigerata "Legge truffa" , voluta proprio dal suo governo e promulgata il 31 marzo 1953, a ridosso delle elezioni che si tennero poi a giugno. Consisteva in un premio di maggioranza che assegnava il 65% dei seggi alla coalizione che avesse raggiunto la maggioranza assoluta dei voti (50% +1).
L'abominio, al di la' del merito che puo' essere diversamente giudicato, fu' l'idea di sottomettere la prima legge dello stato, alle necessita' contingenti di favorire un partito o una data parte politica.  Non a caso venne approvata con   articolo unico, approfittando della sospensione dei lavori dell'aula la domenica delle palme. L'idea stessa di approvare una legge elettorale a ridosso delle elezioni, e' indicativa della volonta' di "scippare" una parte di legittima rappresentanza, moncando, nei fatti, il ruolo degli elettori nella democrazia partecipativa. Farsi carico di questa istanza dovrebbe provocare rossori di vario genere e, piu' in generale, una sorta di pudico,  silenzioso, imbarazzo.
Niente di tutto questo lasciva intuire Rutelli, qualche giorno fa', all'uscita dei lavori della commissione affari costituzionali del senato, che si sta' appunto occupando di modificare la legge elettorale a quattro mesi dal voto. Testuale, ha dichiarato: " Occorre una soglia alta per avere un premio di maggioranza per governare altrimenti il rischio è che il primo partito che ottiene il premio è Grillo". Ha detto proprio cosi, forte e chiaro. E non e' stato redarguito, oltraggiato, vituperato; semplicemente, ha detto quello che tutti pensano.
 Lo pensa il Presidente Napolitano che dopo anni di silenzio nel merito , ha scoperto da qualche mese l'urgenza improcrastinabile di una riforma elettorale, sollecitata ad ogni pubblico comizio. Lo pensa il Presidente Monti, che furbescamente ha dichiarato la possibilita "tecnica" di un intervento del governo in merito, auspicando pero' che a sporcarsi le mani siano i partiti. Lo pensano, in massa, gli esponenti della casta di ogni ordine e grado, letteralmente terrorizzati dall'idea di un mini esercito di cittadini che venga a fargli le pulci.
Che i rappresentanti piu' alti delle istituzioni abbiano acquisito un profilo morale cosi basso e' sconfortante; da chi altri, se non da loro, e' lecito aspettarsi la difesa delle regole comuni che fanno di un paese una nazione civile? Nei libri, questi uomini, saranno ricordati per quello che sono; inadeguati al ruolo che ricoprono per manifesta assenza di rigore morale e senso dello stato.
Nell'attesa di vedere come finira' l'iter parlamentare della nuova legge truffa, la storia ci porta soccorso. Alle votazioni del 53' i partiti autori dell'imbroglio non arrivarono al quorum, e furono severamente bastonati dagli elettori: la dc, da sola, perse oltre l'8% dei consensi. Forse per ogni deputato rubato, ce ne sara' uno regalato..
 
 
 
 
 


 

martedì 6 novembre 2012

Franco Battiato e l'impegno civico

 
Di delusioni, ne abbiamo avute tante. Ogni qualvolta un esempio positivo si approssimava all'orizzonte, apparivano nubi  che diventavano tempeste di volgarita', di interesse privato, di sporchi giochi di potere che tutto raccontavano eccetto che disinteresse. E' di oggi l'annuncio di Crocetta: Franco Battiato sara' il nuovo assessore alla cultura della regione Sicilia. In un tempo cosi' burrascoso, con un divenire cosi' incerto,  e' fondamentale che gli intellettuali passino dal "raccontare" la realta', a forgiarla e indirizzarla. Il cantautore siciliano ha detto poche cose, quelle giuste:   "Accetto volentieri, è il momento d’impegnarsi per la mia terra — dice — ma la parola assessore mi offende, preferisco essere chiamato Franco. Io però non posso e non voglio cambiare mestiere. Non faccio politica e non voglio avere a che fare con politici e ho chiesto a Crocetta la libertà di organizzare eventi che mettano in contatto la Sicilia con il resto del mondo. Rinuncio da subito allo stipendio da assessore". Viene alla mente l'impegno di Vecchioni con il comune di Napoli, assoldato per 200.000 euro , e decaduto appena l'ammontare della cifra aveva destato scandalo. Qui siamo in un altro campo, un altro stile, quello di cui abbiamo bisogno: "Non servono tranquillanti, o ideologie, ci vuole un'altra vita.
 
Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.  F. Battiato

domenica 4 novembre 2012

L'importanza di chiamarsi Grillo


Grillo e' un maschilista. No, di piu'; e' un femmicida sessista, oltre a essere dittatoriale, violento e senza scrupoli. Peccato che sia l'unico che abbia sempre raccontato la verita'. A chi credere?
 
Non volevo piu' difendere Grillo, mi ero convinto che fosse inutile. Chi ragionava gia' con la testa non aveva bisogno delle mie argomentazioni, mentre chi non ragionava affatto ne poteva tranquillamente fare a meno. Ma l'uomo, si sa', e' debole, e ama cedere alle tentazioni. Avevo resistito abbastanza bene anche a  circa un minuto di Buona domenica, ascoltando Sgarbi e la Santanche' che sproloquiavano di visione medioevale delle donne, decontestualizzando una frase sul punto G, che nulla aveva a che vedere con la guerra dei sessi. Poi e' arrivato Sartori, che stimo (ora un po' meno) su rai news, a sostenere che nei talk show i dibattiti non sono forvianti; un po' troppo.
E' bene porre rimedio e chiosare gli opportuno distinguo tra i fatti e le opinioni. L'Italia e' un paese bloccato, fermo, penultimo nella classifica mondiale per crescita nell'ultimo decennio; tra le cause maggiori c'e' la corruzione, dovuta in gran parte alla paralisi della giustizia, e un'informazione soggetta e addomesticata. Il gigantesco conflitto di interessi di Mister B. non ha pari nel mondo occidentale, e costituisce l'emblema della mancanza di liberta' di stampa nel nostro paese. Questi, i fatti, a meno che non si avalli l'ipotesi di un gigantesco complotto di tutte gli organismi di controllo internazionali, univoci nelle statistiche e nelle analisi. In questo contesto nasce il movimento di Grillo, che usa per raccontare queste verita' i mezzi che ha disposizione: il blog, gli spettacoli, le piazze. Lo fa nel silenzio tombale della quasi totalita' dei media , che lo oscurano, ne distorcono i messaggi, gli affibiano le etichetta di populista, qualunquista, giustizialista; qualsiasi cosa, pur di non parlare dei contenuti che propone. La caccia all'uomo, e al movimento, e' cominciata; ogni mezzo e' buono, purche' funzioni.
Cominciamo dall'ultimo caso, quella della consigliera bolognese Federica Salsi, redarguita per aver partecipato all'ultima puntata di Ballero'. Tutti i media si sono riferiti alla metafora di Grillo sul punto G., omettendo volutamente la vera materia del contendere, e cioe' la partecipazione dei rappresentanti del movimento a programmi televisivi. E' loro diritto non parteciparvi? E non e' del tutto lecito aspettarsi che gli iscritti seguano le regole del movimento cui appartengono? Sono domande molto semplici, che suggeriscono una semplice verita': la consigliera ha sbagliato. I talk show in tv sono pensati per professionisti della politica, e gestiti da chi ha tutto l'interesse a preservare lo status quo, parteciparvi e' controproducente. Dando un'occhiata al forum del movimento, ci si accorge che la stragrande maggioranza la pensa cosi; chi non e' d'accordo puo' manifestare dissenso o proporre regole diverse, non infrangerle a piacimento.
Le esternazioni del consigliere Favia sulla manacanza di democraticita all'interno del M5S hanno portato alla luce un problema reale, ma posto in maniera forviante e, soprattutto, con obiettivi diversi da un costruttivo dibattito interno. Il consigliere di Forli e' vicino alla scadenza massima di due mandati , limite ultimo per statuto della sua esperienza politica, ed e' lecito pensare ad un'azione improntata alla visibilita'. Questo problema si ripetera' piu' e piu' volte; quanti abbandoneranno volentieri un "lavoro" ben retribuito, interessante e  che regala potere e visibilita'? Ed e' auspicabile che il limite venga cancellato, oppure l'impegno "a termine" del cittadino, e' una reale possibilita' di moralizzazione della vita pubblica? Grillo ha bisogno di essere difeso in questa scelta di modernita', e dagli attacchi anche strumentali che tale impegno comportera'.
Leggo poi spesso critiche "aprioristiche" sull'inadeguatezza delle proposte del M5S, e sulla necessita' di esperienza politica per attuare qualsivoglia proponimento. I miei 5 lettori sanno che spesso ho criticato delle incongruenze o delle omissioni (vedi giustizia) nel programma, ma vorrei porre una riflessione: avendo tutte le capacita', l'esperienza, e la sagacia del mondo, e' possibile che qualcuno realizzi qualcosa che non intende realizzare? Traslando, qualcuno pensa davvero che i politici dei partiti voteranno norme per cui i meritevoli primeggieranno, i corrotti andranno in carcere, e i giovani avranno l'opportunita' del ricambio generazionale? La cosidetta legge anticorruzione, appena votata, e', sostanzialmente, un indulto. La proposta di legge depositata dal M5S, attinente l'incandidabilita' dei pregiudicati e il limite massimo di due mandati per chiunque, non e' stata respinta dal parlamento; non e' stato neppure discussa. Di un cambiamento significativo, non considerano neppure l'idea.
Al di la' delle diverse opinioni e sensibilita', la struttura stessa dei partiti e' delineata per attrarre arrivisti di ogni ordine e grado, e le sirene che promettono cambiamenti epocali, dopo aver risuonato a vuoto per decenni, non devono attrarre piu' nessuno. Non mi interessano le esternazioni di B., di Casini, di Renzi, di Vendola; tutti nomi che il tempo ci ha permesso di soppesare, le cui parole sono sempre, sempre, andate al vento. So' cosa aspettarmi da loro, ho capito chi sono. Voglio un'opportunita' nuova, di qualcuno senza conflitti di interessi, senza gruppi di potere alle spalle,  che non abbia MAI mentito spudoratamente: ecco l'importanza di chiamarsi Grillo.