sabato 28 luglio 2012

Lettera aperta sull'Olimpiade



Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la seguente missiva:

Ho letto moltissime critiche sui giochi olimpici e sul loro svolgimento, molte a ragione. La pubblicita' e i soldi, segnatamente, hanno inquinato quello di piu' profondo e buono essi rappresentano; ma in qualche maniera,sappiatelo, anche ai miei tempi era cosi.
 Si sarebbe voluto un omaggio agli atleti morti nel 72' per l'attacco terroristico, ma forse questo non sarebbe stato un segnale di visibilita'? Tra l'altro, non e' nello stile inglese; persino nell'attentato alla metro di Londra furono vietate immagini e video, per non suscitare il clamore sperato. C'e' anche il problema del doping, ma la tentazione di vincere barando, credetemi, non e' invenzione di oggi.
C'e' invece qualcosa che resiste, forte, e che rende questo evento straordianario; e' la vittoria dell'uomo sulla brutalita'. Spesso anche durante le guerre ci sono stati i giochi; accadde persino che furono interrotte per parteciparvi.
 L'idea e' che, anche nel momento piu' buio e nero della storia, ci si possa fermare, e adempiere al destino della competizione che la natura ci ha assegnato con spirito comune; con uguale impeto e forza, ma senza che si torni alla bestialita' del regno animale. Si rispettano le regole che ci si e' dati, e si compie la propria missione  mantenendo il rispetto dell'avversario, e quindi di noi stessi. L'hanno chiamata cosi' proprio per questo, perche' si possa , da uomini, volgere lo sguardo verso l'Olimpo, su' in alto. A noi fu' molto utile; crediamo lo possa ancora essere; buona Olimpiade a tutti.
                                                                                                                       
                                                                                                                    Pelope    1700  A.C.

venerdì 27 luglio 2012

I nostri presidenti


Ieri, conferenza stampa di Formigoni, "cellino doc" e convinto sottoscrittore del voto di castita' e poverta'.  Bisognera' constatarne il carattere; di fronte ad evidenze di tipo "scajolano", sorride sprezzante e ribatte alle accuse ,cita a sua difesa novizi avvocati che si sono offerti di difenderlo, tanto e' facile la causa: cosa gli dona cotanta sicurezza? Lo dice lui stesso: "se non si dimette Vendola, che e' rinviato a giudizio, perche' dovrei farlo io? Lo stesso Errani, presidente dell'Emilia, indagato, non si e' mosso di un passo".  Ha, con grande evidenza, torto, perche' due reati non si elidono, si sommano, ma tanto basta a regalargli la sfrontatezza delle risposte piu' impudiche.

Vendola, da vero fuoriclasse, va' oltre:"sono accusato di aver favorito una persona che io non conoscevo, che è un elettore di destra, attivo ai banchetti di Fitto, come ammette anche chi mi accusa. Quindi, anche nel caso fossi condannato per abuso d'ufficio , cosa avrei mai fatto?" Qui, per la gioia degli elettori di Sel, superiamo Formigoni, che non si e' sognato di proclamarsi innocente anche se giudicato colpevole, o meglio, non ancora.
C'e', contemporanea, la vicenda Errani del Pd, che ha destinato un finanziamento di un milione di euro ad una cooperativa gestita dal fratello; pare che l'iniziativa non fosse del tutto lecita, ma chi avrebbe mai potuto prevederlo (..) ? Aspettiamo, sereni, la conferenza stampa, ma ci piace tirare a indovinare:" Io, mio fratello ,non l'ho piu' visto da quando eravamo bambini, ci eravamo persi di vista.."

giovedì 26 luglio 2012

La dipendenza dagli oggetti


Scopiazzando dal famoso aforisma sulla salute, oggi ho fatto la seguente riflessione: "Non si capisce quanto e' importante per noi una cosa finche' non se ne deve fare a meno". E' un modo filosofico per dire che mi si e' rotto il televisore. Considerata la media dei programmi che vanno in onda, posso sperare che alla fine della giornata saro' un po' piu' intelligente,educato e tollerante,ed ugualmente informato, ma non e' questo il punto.
 Al mio disappunto infantile, tipico di chi si e' visto sottrarre un giocattolo,si contrappone un embrione di riflessione, che scaturisce dalla vista di tutti gli oggetti che popolano il mio spazio. Perche', a voler proprio essere pignoli, anche il citofono non funziona perfettamente. Non e' incuria; vi sono delle dispettosissime lumache che, probabilmente nel tempo libero, si divertono a intrufolarsi nei circuiti mordicchiando qua' e la', come ad una cena degustazione.
E probabilmente anche la caldaia non e' ideale, le luci non sono adeguate, la lavatrice e' rumorosa, e le bici si stanno arrugginendo; praticamente, un inferno. A questo si aggiungono una serie infinita di scadenze, assicurazioni, contratti telefonici, calcoli sull'imu, controversie risolvibili ed irrisolvibili, e chi piu' ne ha piu' ne metta.
La domanda nasce spontanea:- Chi possiede chi? - L'oggetto non si cura del suo funzionamento, non ne e' responsabile. D'altronde, lo riteniamo utile, altrimenti non lo avremmo comprato. E qual'e' il confine tra la nostra utilita' ed il nostro assoggetamento? Quella linea, credetemi, l'abbiamo passata da un pezzo. Solo che nessuno ci aveva spiegato dove fosse, non gli conveniva.


 Chi moltissimo ha, di moltissimo ha bisogno
(Severini Boezio)

mercoledì 25 luglio 2012

Un liberismo senza trucchi



Giovanni Sartori, forse il piu' autorevole e libero dei politologi italiani, conio' ,qualche anno fa', il termine "liberismo"; oggi e' molto usato, spesso  in maniera inappropriata. Ma cos'e', in realta', il liberismo? E' una teoria che prevede la libera iniziativa ed il libero mercato, lasciando che, in linea di principio, concorrenza e merito ne determinino le dinamiche.Teoricamente, quindi ,in politica la sinistra dovrebbe essere piu' incline a limitazioni e correttivi, la destra a deregolamentare; esattamente il contrario di quanto avvenuto in Italia (...).
Le aziende, per loro stessa natura, tendono a massimizzare i profitti, seguendo percorsi noti e ricorrenti: la delocalizzazione del lavoro in cerca di manodopera a basso costo; l'approvigionamento delle materie prime al prezzo migliore; l'interesse a colludere, cioe' a fare cartello sui prezzi; la strategia per diminuire quanto piu' possibile la concorrenza, in ogni maniera.
Pare evidente che il mercato vada regolamentato , e che dei limiti debbano essere posti; questo e' lo spartiacque tra il benessere e il progresso di tanti e l'arricchimento sfrenato di pochi. Innanzittutto, e' lapalissiano che differenze abnormi salariali e contrattuali provochino la desertificazione industriale dell'occidente; non si produce infatti, quasi piu' nulla. Chi ha dei dubbi in merito provi a cercare un aspirapolvere, di numero, in commercio ,prodotto nella cee; non lo trovera'. La soluzione ? Pretendere che un operaio cinese lavori le stesse ore di un europeo, pena l'innalzamento di barriere doganali che riequilibrino i costi. In questo caso, un'apparente freno al liberismo, il dazio, consentirebbe invece una giusta competizione.
 C'e' poi la questione delle materie prime sottopagate; si sfrutta il lavoro minorile , oppure si diventa unici acquirenti di un prodotto determinandone il prezzo, o addirittura tutti e due . I paesi poveri diventano piu' poveri, i conti dei paradisi fiscali salgono, in esatta proporzione.
Le Corporation sono spesso in guerra con "l'Antitrust", che dovrebbe frenarne l'innata propensione a eludere le leggi sulla concorrenza, "truccando" il gioco;  la casistica a riguardo e' molto variegata: da Microsoft che prevede un sistema operativo che costringe ad usare sue applicazioni, ai nostri gestori telefonici che applicano tariffe minime concordate.
Vi e' poi un altra pratica che va' in questa direzione, il "dumping", cioe' la vendita sottocosto di un prodotto, per "uccidere" la concorrenza, e poter operare poi in regime di monopolio. Questo, sostanzialmente, e' il campo di battaglia. Il libero mercato sta al progresso nella misura in cui la concorrenza, ed il rispetto delle regole, lo ispira e anima. Ma come sta andando questo scontro?
Negli USA le lobby finanziano largamente alla luce del sole le campagne presidenziali, e ne influenzano le politiche.In europa il fenomeno e' meno visibile, ma ugualmente potente; a Bruxelles si contano oltre 2500 uffici di lobbisti, e c'e' di tutto. Dall'industria farmaceutica, a quella finanziaria, passando per quella bellica a quella alimentare. Su ogni singolo prodotto in commercio, c'e' qualcuno che lavora per massimizzarne i profitti e perche' si legiferi in questa direzione, a prescindere dalle conseguenze su salute, ambiente, persone.
Per dare il senso del punto cui siamo arrivati, occorre ricordare che in molte commissioni giudicanti prodotti ed effetti , siedono esperti che hanno dei trascorsi nelle stesse aziende sottoposte a giudizio; quale la garanzia di imparzialita'? Nessuna, ma i media non ne parlano, forse perche' appartengono, in massima parte, ad azionisti e referenti delle multinazionali di cui parliamo? Se uno piu' uno continua a fare due, la situazione e' allarmante.
In Italia il problema della mancanza di concorrenza e' dilagante, ed esonda persino all'interno della societa', con vaste categorie sociali che operano in condizioni di assoluto privilegio. Il concetto stesso di "merito" e' messo in discussione, e ovunque ,a partire dalla classe dirigente, prevalgono nepotismi e privilegi, a cominciare dall'alto per proseguire giu', a cascata. I servizi ineludibili, acqua gas e luce, sono di fatto dei monopoli di stato; una falsa apertura del mercato ha permesso solo la vendita di contratti capestro, oggetto di migliaia di processi e ricorsi. Banche e assicurazioni hanno ,secondo tutte le rilevazioni, i costi piu' alti d'europa; sono annualmente multate dall'antitrust, per una cifra che alcuni giudicano vicina al 5% dei profitti che cosi illecitamente ricavano; potranno mai simili importi funzionare come deterrente?
I professionisti di svariati settori posseggono un proprio albo di appartenenza, che gli consente due cose: imporre delle tariffe minime , e stabilire l'accesso alla professione con l'istituzione di un  numero chiuso; nei casi migliori, o peggiori, tutte e due le cose. Ad esempio si diventa notai solo attraverso una complicata procedura, per la quale serve il beneplacito di un altro notaio; una volta che si e' avuto accesso alla professione, si devono applicare le tariffe minime di categoria; vietato lo sconto,magari per avviare lo studio: se dovete comprare una casa, non avete scampo. E cosi, mentre migliaia di cittadini si scontrano con il mercato, con alterne vicende, altri si godono il loro cantuccio, con la cantilena che il prezzo garantisce la qualita'.
 Quando vedro' uno di loro rinunciare ad un volo low-cost, spaventato dall'idea che  il pilota guadagni la meta' rispetto ad un collega di una compagnia di bandiera, credero' nella loro buona fede.
Stessa storia per svariate attivita' commerciali, dalle farmacie ai tassisti. Qui la distorsione della logica di mercato ha prodotto anche un altro ,deleterio,effetto collaterale : lo sproposito aumento del valore delle licenze esistenti; a Roma, si va' dai 300.000 in su', per un taxi si parte dai 110.000. Se si liberalizzasse domani mattina, quale l'effetto su chi magari ha investito in questa maniera i risparmi di una vita ? Il protezionismo, in questo caso, aumenta esponenzialmente i problemi gia' esistenti.
Le soluzioni, a livello globale e nazionale esistono, e sono possibili nella misura in cui si diffondera' la consapevolezza delle dinamiche descritte e degli scopi del Wto, l'organismo sovranazionale che presiede al commercio mondiale. Questo persegue semplicemente l''aumento delle transazioni, senza curarsi che i soldi finiscano sempre piu nei paradisi fiscali, e sempre meno ripartiti tra gli abitanti della terra   , producendo cosi una crisi non della ricchezza totale, ma della sua ripartizione. E' evidentemente necessario un controllo maniacale da parte dei cittadini dei loro rappresentanti all'interno delle istituzioni, nazionali e sovranazionali, in quanto sottoposti a continue "pressioni" per legiferare in questo o in tal senso. L'aggiramento delle regole provoca un capitalismo becero, che inquina senza risponderne, mina le attivita' "sane", e consente l'accumulo di capitali cosi imponenti che, usati per la speculazione, possono compromettere la solidita' di stati anche importanti, vedi la Spagna. Preoccupazioni esagerate? Risultano occultati fondi maggiori del pil di U.s.a. e Giappone messi insieme, giudicate voi ( http://www.intopic.it/notizia/4002502/ ) .
Per l'organizzazione dei singoli stati il modello a cui guardo con piu' fiducia , considerato tra i piu'evoluti del mondo, e' quello scandinavo, che possiede un sistema di "ascensore sociale" perfettamente funzionante. E' cioe' molto piu' facile, e probabile, che il figlio di un operaio diventi manager; dipendera' dalla sua attitudine e dalla sua volonta'. Lo stato gli fornisce gli strumenti, borse di studio, prestiti, e una liberta' totale di accesso alle professioni; potra' crescere ed orientarsi per indole e necessita', avendo comunque alle spalle un sistema di protezione sociale senza eguali. C'e' un prezzo da pagare, ed e' una tassazione tra le piu' alte del mondo, simile a quella italiana (...).Anche le tasse di successione sono molto alte, ma questo e' implicito nell'approccio filosofico: non ci si puo' trincerare dietro rendite di posizione , ma bisogna saper camminare con le proprie gambe.
Una richiesta di adesione agli stessi parametri e' stata fatta dall'economia "illuminata" degli U.s.a., con Bill Gate in testa. A onor del vero, e' opportuno precisare che le societa' scandinave tutte, hanno nel loro dna il senso della comunita' e del rispetto delle regole, presupposti indispensabili per scelte sociali condivise e funzionanti. Resta il fatto che , opportunamente regolamentato, il libero mercato li' generi benessere ed opportunita' per tutti; la chiamano socialdemocrazia.
Sembrano di un altro pianeta, ma non c'e' nessuna magia, e' solo liberismo, ma ...senza trucchi.


martedì 24 luglio 2012

Oltre il pil, oltre la crisi







Se ascoltassimo senza avere una visione critica i messaggi dei media, dovremmo sentirci distrutti. Il nostro tenore di vita si abbassera', e' questo il nostro primo problema; unica soluzione, la crescita del pil: lavorare di piu', sempre di piu'. Ma questo e' il nostro interesse, o quello che gli azionisti di tutto il mondo vogliono farci credere? Forse le parole di Kennedy ci possono aiutare a capire;

Kansas 18 marzo 1968

"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice azionario, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.
Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta".

Tutti i sondaggi lo davano vincitore nella corsa alla casa bianca; tre mesi piu' tardi, nel pieno della campagna elettorale, fu assassinato, ucciso dalla sua visione del mondo. Valeva la pena? E, soprattutto, aveva torto?

lunedì 23 luglio 2012

Vietato rubare ai ladri




Spesso gli amici mi prendono in giro per la mia macchina, tanto vecchia di 10 anni. Contrappongo che , solo venti anni fa', sarebbe stata facilmente considerata un lusso con dotazioni degne di uno shuttle; ho ,ovviamente, ragione. Questo simpatico paragone si potrebbe allargare in scala; siamo, chi piu' e chi meno, nel 10 % della popolazione mondiale piu' ricca; se avete spesso spicci sul comodino, rientrate nell'elite dell'8%.
Certo, c'e' la crisi. E la prospettiva di dover rinunciare a cose cui siamo abituati, non e' certo allettante. Ma c'e' una piccola considerazione da fare: probabilmente e' giusto. Consumiamo a dismisura, compriamo quello che non ci e' indispensabile ed a volte neppure utile, approfittiamo della poverta' del terzo mondo per usare manodopera schiavizzata per i nostri prodotti ,importiamo a prezzi irrisori materie prime da paesi poverissimi.
I nostri media ci tempestano di richieste di donazioni senza darci conto del loro effettivo utilizzo, e  omettono, ad esempio, di raccontare che l'eni, azienda petrolifera italiana, ha patteggiato una sanzione di 365 milioni di euro per aver corrotto buona parte del parlamento nigeriano; danno ambientale enorme, profitti altissimi, ritorni alla popolazione locale quasi zero.
E' banale la contrapposizione tra la miseria del mondo ed i nostri (..passati) agi, ma ci puo' essere utile a calmierare la rabbia. Si perche', e' evidente che le multinazionali e le lobby affaristiche ci stiano usurpando diritti e patrimonio, con il tacito ausilio dei governi; altrettanto  chiaro che abbiamo, nei confronti del mondo stesso, un debito in termini ambientali e morali. Ma questo e' argomento tabu', di cui e' meglio non parlare: sembrerebbe che con la crisi, tutto sommato,  si stia rubano ai ladri.

domenica 22 luglio 2012

D'Alema, uno statista dell'800


Massimo D'Alema dice di sentirsi molto piu' affine alla camera dei lord, per etica e portamento, che al rissoso parlamento italiano. E infatti uomo che agisce nelle retrovie, e di rado il suo presenzialismo e' proporzionato all'importanza e al ruolo che ricopre nel pd e nelle istituzioni. Figlio di parlamentare, si iscrive al pci a 14 anni e da li' in poi non si occupa d'altro; qualcuno obiettera' che quindi non ha mai lavorato: purtroppo' i qualunquisti (...) sono sempre dietro l'angolo.
Viene giudicato colpevole, con pena prescritta, per aver incassato nel 1985 un finanziamento illecito  al partito di 20 milioni da tal Massimo Cavallari, nell'ambito di appalti sulla sanita' pugliese; l'imprenditore  asserisce che i milioni erano 80, ma questo resta solo un dettaglio.
Piu' importante invece il suo giudizio nel '93 sul pool "mani pulite", che definisce  "il soviet di milano", mostrando un certo fastidio per l'inchiesta. Si attesta che il sistema dei partiti e' basato sui finanziamenti illeciti provenienti da ogni voce di spesa pubblica, e che la capacita' di gestire ed accrescere tale flusso e' condizione per accedere ai vertici; stesse dinamiche delle aziende private, solo che i soldi sono rubati e sono pubblici. Di fatto, lui si colloca nella segreteria nazionale,e non ne esce piu'.
D'Alema e' successivamente al centro di polemiche nell'ambito di "affittopoli" per un appartamento al centro di Roma affittato ad un prezzo irrisorio; se ne libera e dichiara sprezzante di essersi "tolto un bruscolino dall'occhio". Il pd resta comunque "miracolosamente" incolume da tangentopoli e il nostro eroe puo' finalmente assurgere al ( breve ) ruolo di presidente del consiglio nel 1998. Giusto il tempo di ribaltare le sentenze che stabilivano l'irregolarita' del possesso di tre emittenti televisive nazionali con una legge ad hoc.I piu' cattivi racconteranno questo periodo con un incipit di Travaglio :-"E entrato con le pezze al culo, e' uscito con i miliardi"-; ovviamente, ci asterremo dal farlo (...).
 Nel frattempo B. lo definisce il suo "miglior avversario", tanto e' vero che rinuncia del tutto all'opposizione ed emigra al parlamento europeo. Nel 2007 il bruscolino diventa un bubbone; intercettato con tal Consorte si occupa ed interviene nella "scalata" della Bnl, operazione che coinvolge tra gli altri Fazio, all'epoca direttore della banca d'italia, e Ricucci. Invoca la persecuzione e l'immunita' parlamentare,  l'assemblea di Strasburgo gliela concedera' a stragrande maggioranza. Il magistrato che si occupa del caso, Clementina Forlo, viene trasferita per imcompatibilita' ambientale;successive sentenze stabiliranno la colpevolezza di Consorte e l'illeggitimita' del trasferimento del magistrato.
Quello che e' interessante sottolineare e' l'atteggiamento di D'Alema spalleggiato da quasi tutto il partito, e cioe' non rispondere nel merito, ma trincerarsi diero l'immunita; da questo momento il pd perde ogni credibilita' nella critica sulla giustizia, e le leggi vergogna si susseguiranno.
Altre grane arrivano: un inchiesta sulla sanita' pugliese smaschera un sistema ormai collaudato di mazzette e corruzione; i protagonisti sono tal Frisullo e il senatore Tedesco, guarda caso due uomini imposti proprio da lui.Il primo finira' agli arresti domiciliari con una pensione di 10.071 euro, il secondo sara' salvato dall'immunita'.  Il resto e' storia contemporanea: viene eletto segretario il suo alter ego Bersani, e si istituiscono le primarie per la scelta dei candidati ; gli elettori pero', testardi, bocciano sempre il candidato della segreteria.
 Suo il merito di aver fatto approvare dall'ONU, per la prima volta, una moratoria sulla pena di morte; sua ,enorme , la responsabilita' per aver appiattito il pd al pdl, lasciando il paese nell'oblio, senza una vera alternativa.
  Oggi preside il Copasir, il massimo organo di controllo di tutte le funzioni pubbliche, dai servizi segreti ai parlamentari; e' stato scelto bipartisan ,quindi viene considerato il miglior garante di tutto l'establishment. Si e'  definito anche "statista del'800"; chissa' a quei tempi come la chiamavano, la casta.