martedì 24 luglio 2012

Oltre il pil, oltre la crisi







Se ascoltassimo senza avere una visione critica i messaggi dei media, dovremmo sentirci distrutti. Il nostro tenore di vita si abbassera', e' questo il nostro primo problema; unica soluzione, la crescita del pil: lavorare di piu', sempre di piu'. Ma questo e' il nostro interesse, o quello che gli azionisti di tutto il mondo vogliono farci credere? Forse le parole di Kennedy ci possono aiutare a capire;

Kansas 18 marzo 1968

"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice azionario, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.
Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta".

Tutti i sondaggi lo davano vincitore nella corsa alla casa bianca; tre mesi piu' tardi, nel pieno della campagna elettorale, fu assassinato, ucciso dalla sua visione del mondo. Valeva la pena? E, soprattutto, aveva torto?

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