martedì 2 aprile 2013

Oltre il gattopardo


In mezzo alla crisi economica, sociale, morale, più ampia e dilagante che si ricordi a memoria di uomo, che facciamo? Ci affidiamo ad un 87enne chiedendogli di traghettarci verso il futuro…
 
D’accordo, le elezioni non hanno dato un responso univoco (e come potevano, essendo in vigore una legge elettorale fatta apposta per evitarlo?); Bersani ha fatto delle consultazioni ridicole, e il M5S si è arroccato in una posizione quantomeno discutibile. Ma l’operato di Napolitano, come può essere giudicato?
Il presidente, il nostro presidente, ha l’onere e l’onore di rappresentare le istanze degli italiani nella loro interezza, ed agire di conseguenza. E la richiesta di rinnovamento, è o non è l’unico dato chiaramente decifrabile all’interno delle pur complesse dinamiche elettorali?
Di fronte a questa istanza chiara, cristallina, e necessaria, la risposta è stata scioccante; una commissione (di soli uomini) espressione massima e rappresentativa della casta nei suoi diversi interessi e sfaccettaure. Non mi dilungherò nella lista dei 10 “saggi” (…); mi basta citare i più illustri rappresentanti dei due poli, Violante e il suo orgoglio nell’affermare di “non aver fatto nulla per il conflitto di interessi”, e il buon (…) Quagliarello, difensore delle cause perse: “Nei confronti di Nicola Cosentino la magistratura ha dato prova di una notevole capacità di contorsionismo: prima doveva andare in carcere in quanto parlamentare e/o candidato, ora pur non essendo parlamentare deve andare in carcere lo stesso”.
Non è difficile immaginare che a tale confusione i mercati reagiranno con pesanti manovre speculative, che rafforzeranno la sensazione di “inevitabile” ritorno alle soluzioni bipartisan e alle (famigerate) larghe intese; ma forse anche questa è una strategia largamente immaginata..
Siamo oltre “il gattopardo” e la necessità di “cambiare tutto, perché nulla cambi”, siamo oltre l’ostentazione del potere, oltre alla bieca perseveranza nell’errore; siamo alla violenza della sopraffazione, agli schiaffi, quelli che Napolitano ha dato agli italiani e alla loro speranza di cambiamento..