La crisi ci attraversa tutti dal sud al nord del mondo intaccando sicurezze, riti,consuetudini ormai acclarate. E' chiaro ormai che non sara' un sogno di una notte di mezza estate, e che la middle-class e' quella che sta' messa peggio.Tralasciando la polemica sull'opportunita o meno di propugnare un aumento del pil teso all'infinito (ipotesi assai irrazionale), e' invece interessante verificare le ricette che si stanno attuando qui in Italia.
Vi e' stata una iniziale politica degli annunci, che presentava come inevitabili i sacrifici, e li stabiliva improntati all'equita' sociale; pensioni, imu, patrimoniale, iva,sovratassa sullo scudo fiscale, benzina ,liberalizzazioni, e l'immancabile soppressione dei privilegi della classe politica e dei suoi santuari.
Si cominciava dall'iva ,dalla benzina,e dalle pensioni; un provvedimento a pioggia che incideva in proporzione al reddito: ergo tanto sui poveracci, poco sui benestanti. La patrimoniale e la sovratassa sullo scudo venivano lentamente, ed inesorabilmente, glissate dai toni pacati delle conferenze stampa, dai titoli sempre piu' nascosti dei giornali, dalla memoria corta degli italiani. Le liberalizzazioni andavano via via scemando fino a scomparire, e dei tagli alla politica ci si occupava come questione piu' di facciata che di merito.
Nel frattempo si introduceva l'Imu, che poteva essere considerata una patrimoniale, stavolta equa; peccato che venissero esentati gli immobili ecclesiastici, tutti,e quelli delle fondazioni bancarie; piccolo sgravio di 200 euro ai poveri cristi con una solo proprieta' magari gravata da mutuo. Grandi economisti ( e meno male che che ce lo spiegano loro...) sostenevano intanto che in tempo di recessione togliendo reddito alle classi sociali piu' basse, si toglie denaro dalle mani di chi lo ridistribuirebbe immediatamente , e si blocca di fatto l'economia.
Ecco, partendo da questa semplice constatazione il governo Monti mi appare come oltranzista dell'economia malsana, deregolata, dove i profitti di oggi sono tutto e vanno bene anche se a farli e' chi agisce contravvenendo alle regole dell'antitrust o a quelle contro la speculazione selvaggia, anche se un euro di fatturato di oggi ne distrugge due di domani. Guardo questo vecchio professore dall'aria seriosa , gia' presidente dell'antitrust europeo, e mi domando perche' abbia accettato cosi tanti compromessi da rendersi cosi funesto nel presente e nei libri di storia: -Cui prodest?-
Questa esposizione continua a scelte tanto inique quanto fallaci,mi provoca un effetto di contrarieta' e indignazione ,che mutua, con sorpresa e un po' di sollievo ,in una nuova esperienza: mi sento un po' comunista. Intendiamoci, nulla a che vedere con i convincimenti di Ferrero o dei moderni sindacati italiani, ma il senso, un po' retro', che in fondo siamo tutti sulla stessa barca e ,se pur diversi per aspirazioni e capacita', nessuno deve essere buttato a mare, e che forse il salario sociale non sia poi una bestemmia...Miracoli del Montismo..
Nessun commento:
Posta un commento