Scopiazzando dal famoso aforisma sulla salute, oggi ho fatto la seguente riflessione: "Non si capisce quanto e' importante per noi una cosa finche' non se ne deve fare a meno". E' un modo filosofico per dire che mi si e' rotto il televisore. Considerata la media dei programmi che vanno in onda, posso sperare che alla fine della giornata saro' un po' piu' intelligente,educato e tollerante,ed ugualmente informato, ma non e' questo il punto.
Al mio disappunto infantile, tipico di chi si e' visto sottrarre un giocattolo,si contrappone un embrione di riflessione, che scaturisce dalla vista di tutti gli oggetti che popolano il mio spazio. Perche', a voler proprio essere pignoli, anche il citofono non funziona perfettamente. Non e' incuria; vi sono delle dispettosissime lumache che, probabilmente nel tempo libero, si divertono a intrufolarsi nei circuiti mordicchiando qua' e la', come ad una cena degustazione.
E probabilmente anche la caldaia non e' ideale, le luci non sono adeguate, la lavatrice e' rumorosa, e le bici si stanno arrugginendo; praticamente, un inferno. A questo si aggiungono una serie infinita di scadenze, assicurazioni, contratti telefonici, calcoli sull'imu, controversie risolvibili ed irrisolvibili, e chi piu' ne ha piu' ne metta.
La domanda nasce spontanea:- Chi possiede chi? - L'oggetto non si cura del suo funzionamento, non ne e' responsabile. D'altronde, lo riteniamo utile, altrimenti non lo avremmo comprato. E qual'e' il confine tra la nostra utilita' ed il nostro assoggetamento? Quella linea, credetemi, l'abbiamo passata da un pezzo. Solo che nessuno ci aveva spiegato dove fosse, non gli conveniva.
Chi moltissimo ha, di moltissimo ha bisogno
(Severini Boezio)
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