Abbiamo debiti, anzi, siamo pieni di debiti. Non basta essere una delle nazioni al mondo con la maggiore propensione al risparmio, all'acquisto di beni rifugio (vedere sotto la voce "casa di proprieta'"); siamo proprio messi male. Come e' successo?
I numeri raccontano che tra il 1980 ed il '92 il nostro deficit sia passato dal 55% del pil a oltre il 110%; pare che un certo "Pomicino" ( avranno scritto male, possibile che un diminuitivo possa combinare guai cosi grossi?) nel periodo abbia ottenuto il record del disavanzo; sembra inoltre che un suo omonimo abbia subito due condanne per tangenti, ed un'altra sia caduta in prescrizione per truffe ai danni dei terremotati dell'Irpinia.Un altro omonimo ancora e' stato da poco nominato a presidiare gli incassi dell'ente che si occupa della tangenziale di Napoli, anche per dimostrare che la sfortuna non esiste.
Ora, onde abbassare il totale dovuto, il nostro simpatico neo ministro delle finanze Grilli ha dichiarato, testuale :-"Per ridurre il debito
pubblico servono vendite di
beni pubblici per 15-20 miliardi l’anno, pari all’1%
del Pil”; avendo un avanzo primario del 5%, e calcolando una crescita nominale del 3%,
cioè tolta l’inflazione all’1, equivarrebbe a ridurlo del 20% in 5 anni, con lo scappellamento a destra"-.Pare che i presenti siano trasecolati, per la parola debito pubblico. Pare inoltre che saranno dismesse sole le aziende che producono utili, con vive proteste delle banche che detengono gia' il 30% della cassa depositi e prestiti: non riescono piu' a conteggiare per tempo tutti i profitti.
Ora, dell'ultima tranche di privatizzazioni, si ricordano le "cartolarizzazioni" di Tremonti; presupposti e fini appaiono i medesimi. Il problema e' che la casa a prezzi stracciati l'hanno gia' comprata tutti: Veltroni, Cossutta, Marini, Pionati, Bertinotti, Bonanni, Mastella etc etc etc; anche i palazzi della politica sono stati gia' svenduti e riaffittati a peso d'oro ( e' noto, il lusso si paga). E dunque?
Voci di corridoio parlano di uno strano elenco alternativo che comprendeva: eliminazione di circa 10.000 enti inutili, di tutte le province,di 50.000 auto blu; revisione e asta on line per tutte le concessioni statali e per l'aggiudicazione di pubblici servizi, ed infine, abbassamento di tutti gli stipendi dei parlamentari. A quest'ultima voce, gli astanti si sono guardati in giro e hanno cominciato a ridere: hanno capito che era uno scherzo; d'altronde si sa', con la fantasia non bisogna esagerare.
Nessun commento:
Posta un commento