martedì 16 ottobre 2012

Grillo, il grillino, e la malagiustizia



Mentre il M5S esplode nei sondaggi, anche grazie al parziale risveglio dell'elettorato italiano, e' opportuno interrogarsi su una zona d'ombra del programma del movimento; riguarda la giustizia.
Non e' questione da poco, specie in un paese come il nostro, e la sua omissione non puo' affatto essere casuale. I motivi possiamo solo immaginarli, essendo a noi comuni mortali preclusi i ragionamenti snocciolati in quel di Casaleggio; tireremo a indovinare.
Buona parte dell'elettorato grillino e' animato da un sentimento di rivalsa nei confronti della classe dirigente tutta; questo e' difficile da gestire, sia per la crisi economica, e anche , bisognera' ammetterlo, per la pervicace naturalezza con cui sperperi e arbitri di varie genere continuano in ogni dove la politica imperi. Mario Chiesa e Cirino Pomicino, solo per citare due casi eclatanti, sono ancora dentro le istituzioni a maneggiare denaro pubblico. La possibilita' di violenze e barbarie e' concreta, e aumenta con il procrastinarsi dei due fattori citati: come prevenirla? Grillo adotta una posizione ”mediana” che qualcuno potrebbe considerare saggia: ripete all'infinito che queste persone se ne devono andare, ma a casa, e non in galera, come forse la condotta  consiglierebbe. Questo per non fomentare pulsioni realmente ( per una volta ) giustizialiste, e cercare di gestire i passaggi istituzionali ed economici da venire nella maniera piu' indolore possibile. Resta il fatto che la mancanza assoluta di una qualsiasi posizione sulla giustizia e', insieme alla reale democraticita' del movimento, uno dei punti piu' deboli della costruzione di una reale alternativa.
Il giusto compromesso potrebbe essere un'esperienza nuova per l'Italia: un'indulgenza sostanziale accompagnata pero' da un sostanziale cambio  delle regole. I mille artifizi con cui si sono resi di fatto impuniti i reati dei ”colletti bianchi”, possono essere superati con l'allineamento agli altri paesi di una norma essenziale; quella sulla prescrizione. In tutti i paesi occidentali, questa decade con l'inizio del processo, prevenendo cosi le infinite tecniche dilatorie degli imputati. Significa certezza della pena, e una serie di effetti domino sull'intero apparato,come la drastica riduzione del numero dei ricorsi e dei processi. Di contro, la nuova norma potrebbe essere applicata solo per i procedimenti in divenire, lasciando le regole attuali per le pendenze pregresse. Le invettive per l'impunita' concessa ai reati gia' scoperti sarebbero mitigate dalle nuove regole applicabili ai futuri Fiorito e Lusi di turno.
Il paese ha estremo bisogno e del ripristino della legalita', e di un processo di conciliazione nazionale; senza questi due elementi, non si va da nessuna parte. Grillo cosi lungimirante in tante occasioni, sapra' capirlo?

 

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